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A Loreto, come ogni anno, si rivive la passione di Cristo la notte del venerdì santo. Centinaia di figuranti, in costume d'epoca e immesi in scenari suggestivi, ripercorrono la vita di Gesù dal giudizio di Pilato fino alla morte in croce.Sin dall'origine, la "Morte del Giusto"  ha evidenziato le sue particolarità che vanno dall'estremo realismo scenico, all'introduzione di elementi di differenziazione quali lo speaker e il coro, simile a quello delle tragedie greche.

Al primo, il compito di attualizzare gli eventi usando la naturalezza e la partecipazione di chi narra in tempo reale immergendo gli spettatori in un presente senza data; sta al coro, invece, sottolineare l'enormità del dramma che si sta consumando dipingendo a tinte forti i sentimenti contrastanti che percorrono il Calvario di Cristo.

Dopo la condanna del Cristo parte il corteo della Via Crucis e s'innesta un altro elementocaratterizzante: il Calvario dell'Umanità. Con la cadenza delle stazioni, affluiscono di volta in volta gruppi di crociferi: tossicodipendenti, donne e madri, immigrati, bambini con le loro croci bianche. Ognuno col suo carico di diverse sofferenze, contribuisce ad ingrossare il fiume del dolore, con il Cristo che unisce alla sua passione quella dell'umanità fino all'estremo sacrificio: la morte. Ma quando tutto sembra buio, tutto si fa più chiaro, in un bagliore accecante rinasce la nuova vita: la Resurrezione è l'ultima stazione della Passione Vivente.

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